Miti, dèi ed eroi in Villa Arconati, la seconda edizione del Festival della Mitologia
By ComunicazioneIn News29th aprile, 2025Dopo il grande successo della prima edizione, Fondazione Augusto Rancilio presenta la seconda edizione del FESTIVAL DELLA MITOLOGIA: quattro nuovi appuntamenti, sotto la direzione artistica di Massimiliano Finazzer Flory, per parlare, dialogare, discutere con grandi nomi del panorama culturale italiano di cos’è il “mito” e di cosa ci parla ancora oggi.
I Miti sono racconti, ma sono anche rappresentazioni di noi stessi, dei valori, dei vizi e delle virtù che incarniamo da secoli.
Villa Arconati fin dal Seicento è popolata da eroi e divinità della mitologia classica; è il luogo ideale, dunque, per raccontare storie di bellezza, di arte e di cultura, ma anche di amore, di verità e di giustizia partendo dai racconti dei suoi teatri, delle sue statue, e dei suoi meravigliosi affreschi.
Di seguito il programma – ancora in aggiornamento – della manifestazione:
Domenica 11 maggio | ore 11.00
LEONARDO E LE SUE FIGURE MITOLOGICHE: LEDA, ERCOLE, NETTUNO
con Pietro Marani
Nonostante si pensi sempre a Leonardo come ad un esclusivo imitatore della natura, della rappresentazione storicamente verosimile e della pittura “di naturale”, egli fu parimenti attratto dall’arte antica, dalla mitologia e dalle figure della tradizione letteraria greco-romana, anche se non conosceva e non praticava molto assiduamente né il greco né il latino.
La sua Biblioteca conteneva però molti titoli classici e i suoi manoscritti sono pieni di citazioni dagli Autori antichi (Vitruvio, Ovidio, Cicerone, Platone, Plinio il Vecchio ecc. ecc.) forse conosciuti grazie alla tradizione orale e ai volgarizzamenti e la sua arte ne rimase influenzata…
Inoltre, la frequentazione di eruditi e colti committenti lo avevano indotto a raffigurare celebri figure mitologiche: Leda, Ercole, Nettuno, Eolo oltre che mostri mitologici che egli raffigurò anche avvalendosi degli esempi forniti dalla scultura romana ( statue, bassorilievi, mosaici ) che, anche se non conosciuti direttamente, erano stati diffusi dagli artisti rinascimentali, dagli album di modelli e dalla stampe, sopperendo alle eventuali mancanze di fonti figurative grazie alla sua strepitosa fantasia.
Domenica 8 giugno | ore 11.00
Il Poema mitologico di Gilgamesh e la ricerca del significato della vita
con Stefano de Martino, Professore Ordinario di Anatolistica all’Università di Torino
Il Poema di Gilgamesh è l’opera letteraria più nota del mondo antico prima che l’Iliade e l’Odissea fossero messe per scritto. Originariamente composta in lingua accadica, cioè in babilonese, fu tradotta in quasi tutte le lingue parlate nel mondo di allora. Conosciamo il Poema dalle molte tavolette cuneiformi che lo tramandano.
Ma chi era Gilgalmesh? Era il re di Uruk, importante centro della Mesopotamia meridionale, figlio del re di questa città e di una dea. Egli in compagnia di Enkidu, creato dalle divinità perché fosse il suo rivale e che invece divenne il suo compagno, compie imprese straordinarie in un mondo popolato da uomini e dèi, finché la grande dea Ishtar, offesa da Gilgamesh, decide di far morire Enkidu. Gilgamesh, disperato, si abbandona al dolore e, terrorizzato anche lui dal pensiero di morire, dopo un lungo viaggio raggiunge l’unico uomo cui gli dèi hanno fatto dono dell’immortalità, colui che ha salvato il mondo dal diluvio universale. Questi fa capire a Gilgamesh che non c’è scampo alla morte, però ogni uomo può divenire immortale nel ricordo che i suoi discendenti conserveranno di lui e delle sue imprese. Il Poema si chiude con la malinconica visita di Gilgamesh a Enkidu nel mondo degli Inferi.
La fortuna del Poema sta nel messaggio universale che esso trasmette, l’accettazione della natura mortale dell’uomo e il significato della vita. Le vicende di Gilgamesh, narrate da cantori che andavano di paese in paese, hanno raggiunto anche la costa occidentale della Turchia e la Grecia e possono aver ispirato i poeti che narravano le imprese di Ulisse e i cui racconti sono confluiti poi nell’Odissea.
Domenica 28 settembre | ore 11.00
I Miti del cinema e il cinema come mito
con Gianni Canova, critico cinematografico
Il cinema intrattiene con i miti un triplice rapporto: manutentivo, generativo, imitativo. Detto altrimenti: li tiene in vita, li genera, li imita.
Nella prima accezione il cinema contribuisce alla manutenzione dei miti antichi nella contemporaneità, rivisitandoli e declinandoli nei linguaggi del presente. Cos’è Oppenheimer di Christopher Nolan se non una rivisitazione critica del mito di Prometeo? Nella seconda accezione, il cinema è stato ed è un instancabile produttore e generatore di miti, a cominciare dalle figure che popolano il pantheon dell’immaginario contemporaneo. Nella terza accezione, il cinema plasma e definisce la propria identità sul modello delle antiche mitologie, fino a fare di se stesso, a sua volta, un mito.
Domenica 12 ottobre | ore 11.00
Titolo in via di definizione
con Marina Brambilla, Magnifico Rettore dell’Università Statale di Milano
Gli appuntamenti del “Festival della Mitologia” sono gratuiti, aperti al pubblico con posti limitati. Dopo gli incontri sarà possibile visitare la Villa previo acquisto del biglietto d’ingresso.
Villa Arconati – Fondazione Augusto Rancilio
Via Madonna Fametta, 1, Castellazzo di Bollate (MI)
www.villaarconati-far.it | info@fondazioneaugustorancilio.com 02.3502217 – 393.8680934
Fonte Comunicato Stampa Villa Arconati