QUANDO GLI OSPITI GIAPPONESI NON SONO PROPRIO COSÌ GRADITI, OMOTENASHI E TAKAHASHIA

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QUANDO GLI OSPITI GIAPPONESI NON SONO PROPRIO COSÌ GRADITI, OMOTENASHI E TAKAHASHIA

By ComunicazioneIn News25th giugno, 2022

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Chi ha avuto la fortuna di fare un viaggio in Giappone avrà sicuramente apprezzato il senso dell’ospitalità del popola del Sol Levante. In una parola questa viene indicata come Omotenashi. Si tratta di un atteggiamento che diventa naturale, spontaneo. Diciamo che anche in Italia, in particolare nelle località turistiche del Sud e della riviera Romagnola abbiamo pochi eguali come senso dell’ospitalità. Essere ospitali con i giapponesi però, per l’Italia e anche per altri Paesi occidentali può diventare un problema mica da ridere, in particolare quando si tratta di insetti.

Chi frequenta il Parco delle Groane dalla primavera avrà notato la presenza sugli alberi di gelso di vermicelli bianchi. Non si tratta di bachi da seta, ma di ospiti giapponesi, la takahashia japonica è una cocciniglia di origine asiatica, descritta per la prima volta su alberi di gelso in Giappone e diffusa anche in Cina, Corea del Sud e India. In Europa è stata segnalata per la prima volta in un parco comunale nel 2017 a Cerro Maggiore (provincia di Milano) su rami di Liquidambar styraciflua, ma è presente anche in altri comuni in provincia di Milano, Varese e Monza Brianza.

Come spiegano gli esperti del servizio fitosanitario di Regione Lombardia, questa cocciniglia di recente introduzione nel nostro paese è altamente polifaga e si riscontra per lo più su alberi ornamentali. In Lombardia le piante colpite sono principalmente alberi decidui ornamentali tra cui aceri (in particolare Acer pseudoplatanus), albizzia (Albizia julibrissin), albero di giuda (Cercis siliquastrum), carpino bianco (Carpinus betulus), gelso nero (Morus nigra) e bianco (Morus alba), bagolaro (Celtis australis) e liquidambar (Liquidambar styraciflua). In caso di forte infestazione la cocciniglia può provocare il disseccamento di foglie e di giovani rami ma i danni maggiori sono causati dalle neanidi di prima età che si posizionano sui giovani germogli delle foglie e sulle gemme fiorali causandone il disseccamento e la caduta e di conseguenza anche la mancata produzione dei frutti. Facilmente riconoscibile grazie ai caratteristici ovisacchi dall’aspetto cotonoso, tubolari, formanti anelli lunghi da 4 a 5 cm di colore bianco. Gli ovisacchi, composti da sostanze cerose e contenenti migliaia di uova di colore aranciato grandi circa 0,5 mm, sono generalmente attaccati, a diverse altezze, ai rami giovani della pianta ma possono trovarsi anche sui getti laterali del tronco o in prossimità dei tagli di potatura.

Dalle prime osservazioni condotte in Lombardia l’insetto compie una sola generazione all’anno. In primavera, verso fine aprile inizio maggio, le femmine adulte producono i caratteristici ovisacchi. A fine maggio le neanidi escono dalle uova e migrano verso le foglie posizionandosi sulla pagina inferiore ove, con l’apparato pungente-succhiante, si alimentano della linfa rimanendovi fino al mese di ottobre epoca in cui ritornano sui rami per svernare continuando a nutrirsi della linfa.

Al momento non sono previste azioni di contenimento. La cocciniglia dai filamenti cotonosi non è al momento normata come organismo nocivo da quarantena.

Il Servizio Fitosanitario Regionale sta monitorando il comportamento di questo insetto di nuova introduzione per verificarne ospiti e danni. Se volete leggere la nota per la gestione delle infestazioni della cocciniglia Takahashia japonica cliccate qui.

Per altre informazioni potete scrivere a infofito@regione.lombardia.it

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Per altri approfondimenti su organismi nocivi è possibile consultare il sito web del Servizio fitosanitario Regionale, competente per la sorveglianza fitosanitaria, e per specifiche sulla gestione delle infestazioni da Takahashia japonica  in ambito pubblico e privato potete andare a questo link:

Takahashia japonica (Cockerell) – Cocciniglia dai filamenti cotonosi

 


Sito ufficiale del
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